99) Lc 22, 24-31 – 09/11/2022

  1. Il testo

      24Avvenne allora una contesa tra loro, su chi di essi dovesse essere considerato il più grande. 25Ma egli disse loro: «I re delle genti signoreggiano su di esse e coloro che hanno potere su di esse si fanno chiamare benefattori. 26Voi, però, non così; ma il più grande tra voi diventi come il più giovane e chi governa come chi serve. 27Chi infatti è più grande? Colui che siede o colui che serve? Non è colui che siede? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve. 28Voi siete coloro che siete rimasti con me nelle mie tentazioni. 29 E io pongo per voi un Regno come il padre mio lo ha posto a me, 30affinché mangiate e beviate sulla mia tavola nel mio Regno, e sediate sui troni a giudicare le dodici tribù di Israele».

  • Il messaggio

       La prima cosa che notiamo è che le parole di Gesù non arrivano ai discepoli; infatti, in qualche modo l’attenzione dei discepoli è distratta: prima perché essi cercano l’un l’altro chi stesse per tradire Gesù e, poi, perché discutono l’un l’altro di chi sia il più grande. Il pensiero di sé si trasforma e allontana da quello che è il messaggio della Parola di Gesù. Ciò avviene attraverso due procedimenti: difesa di sé e contesa su chi è il più importante, atteggiamenti che hanno  come elemento centrale se stessi.

       24Avvenne allora una contesa tra loro, su chi di essi dovesse essere considerato il più grande. Il meccanismo di accusa e difesa inficia il nostro rapporto di ascolto degli altri.  In tutto questo, la bontà e la pazienza di Gesù colpiscono, perché Gesù non li rimprovera, non si arrabbia, non si altera.  Gesù viene così interrotto dalla contesa dei discepoli, che prendono in considerazione un elemento fondamentale: la scelta di un modello su cui basare la propria vita.

       I modelli sono due: 25Ma egli disse loro: «I re delle genti signoreggiano su di esse e coloro che hanno potere su di esse si fanno chiamare benefattori. 26Voi, però, non così; ma il più grande tra voi diventi come il più giovane e chi governa come chi serve. Il verbo “signoreggiare” indica un rapporto asimmetrico: il re è più importante, la sua dignità umana è più importante: un tale meccanismo non funziona, perché lì dove c’è un tentativo di signoreggiare si perde la fraternità, si perde un rapporto autentico. Il secondo elemento è che coloro che hanno potere si fanno chiamare benefattori: si esercita un potere per sé stessi, per avere qualcosa in contraccambio. Sono modelli che non hanno nulla a che fare con Gesù.

       Il più “giovane”, nella cultura di Gesù, sta ad indicare il meno esperto, la cui parola ha una valenza minore, quindi meno importante:  si realizza qui il capovolgimento del modello del mondo.

       Possiamo chiederci perché dovremmo seguire il modello offerto da Gesù. Lui stesso è in mezzo ai discepoli per servire, nonostante sia il più “grande”. 27Chi infatti è più grande? Colui che siede o colui che serve? Non è colui che siede? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve. Il motivo per il quale si sceglie la modalità proposta da Gesù è perché Gesù ha fatto lo stesso, e diventa per ciò solo un modello da seguire. Non si tratta di una filosofia da seguire, seguire Gesù significa seguire le modalità con le quali Lui ha agito e tra queste c’è sicuramente l’azione del “donarsi”.

28Voi siete coloro che siete rimasti con me nelle mie tentazioni. I discepoli sono quelli che hanno perseverato sino alla fine con Gesù nelle sue prove, e per questo motivo Gesù prosegue: 29 E io pongo per voi un Regno come il padre mio lo ha posto a me, 30affinché mangiate e beviate sulla mia tavola nel mio Regno, e sediate sui troni a giudicare le dodici tribù di Israele».Gesù dà il Regno ai Suoi discepoli. Finalmente vengonocontrapposti due regni: quello di questo mondo (il modo di regnare secondo questo mondo) e il Regno diDio, ossia il modo di regnare secondo Dio.

       Di cosa parla Gesù? Di un presente o del futuro?  Probabilmente chi vive al modo del regno di questo mondo non riesce a capire e vedere che il Regno è adesso, così come fanno i discepoli. Infatti, Gesù ha celebrato il Regno nel banchetto dell’ultima cena, ma i discepoli non lo hanno recepito, perché il loro modo di concepire il Regno è quello di essere i più grandi.

       In sostanza, la partecipazione al banchetto, la possibilità di vivere la consegna di Gesù di se stesso,  è condizionata dal fatto che la nostra azione, il nostro sguardo sia conforme a quella del Regno che Gesù rappresenta. Diversamente, potremmo stare seduti al banchetto di Gesù ma di fatto non lo vedremmo, perché  saremmo più interessati alla difesa o alla contesa, elementi che entrano nella dinamica dei discepoli, che pur avendo davanti l’Eucarestia, pensano a chi è che deve essere considerato il più grande.  Seil nostro modo di ragionare e di vivere rimane il modo del mondo, il Regno di Dio, pur essendo presente, non è guardato da noi. C’è dunque una conformazione da fare che riguarda il modello di Gesù. Per fare ciò bisogna credere.

       Se dunque la nostra stima, il nostro pensiero, se la nostra idea è che il Vangelo sia una cosa buona ma che per far funzionare le cose ci vogliono scorciatoie, non seguiamo veramente Gesù. Senza una “con-versione”, cioè senza una decisiva svolta nella quale siamo convinti che l’unico modo per far funzionare le cose è quello di Gesù, non c’è possibilità di vedere il Suo Regno in questa terra.

  • Alcune domande per riflettere
  • [La mia fede] Le parole di Gesù sul tradimento producono tra i discepoli prima discussione e poi contesa. La Parola del Maestro scompare davanti al desiderio dei discepoli di difendersi e contendere per il posto più importante. Quanto la mia fede è spenta dai miei desideri di realizzazione? Quanto i miei pensieri distorcono l’ascolto? Cosa faccio per evitare questa distorsione?
  • [Gli altri] Le parole di Gesù indicano un modo di agire che chiede rinuncia al proprio primato nei confronti degli altri. Governare è per Gesù mettersi a servizio. Cioè lavorare per la realizzazione dell’altro e non per la propria. Quanto credo che queste parole siano veramente applicabili nella mia vita? Come provo a metterle in pratica nelle situazioni concrete? Quanto uso la mia posizione per servire i miei interessi o le esigenze altrui?
  • [La prassi] La prassi evangelica apre gli occhi al mistero della presenza del Regno di Dio. Un Regno che ha dinamiche opposte a quelle dei regni di questa terra. Riesce a vivere il Regno solo chi ne accetta le leggi. Come riesce a vivere il banchetto già ora solo chi accetta colui che lo presiede. Cosa è per me è il banchetto eucaristico? Che c’entra con la mia vita in questo mondo? E col cielo?