89) Lc 20, 1-8 – 09/06/2022

  1. Il testo

       1E avvenne in uno dei giorni, insegnando al popolo nel tempio e evangelizzando, che i sommi sacerdoti e gli scribi con gli anziani si avvicinarono e dissero dicendo verso di lui: «Dicci, con quale autorità fai queste cose, o chi è che ti ha dato questa autorità?».

       3Rispondendo disse verso di loro: «Domanderò anche io una parola e ditemi: 4il battesimo di Giovanni era dal cielo o dagli uomini?». 5Quelli discutevano tra di loro dicendo: «Se diciamo “dal cielo”, dirà: perché non gli avete creduto? 6Se diciamo “dagli uomini”, tutto il popolo ci lapiderà, convinto è infatti che Giovanni è un profeta». 7E risposero di non sapere da dove [venisse].

       8E Gesù disse loro: «Neppure io vi dico con quale autorità faccio questo».

  • Il messaggio

       Più ci avviciniamo alla fine della lettura del vangelo di Luca più si fa stringente la necessità di recuperare il percorso di Gesù, altrimenti si rischia di appiattire il significato solo sul brano che leggiamo.

       1 E avvenne in uno dei giorni, insegnando al popolo nel tempio e evangelizzando, ci troviamo nel tempio e qui Gesù insegna. Dopo essere entrato in Gerusalemme, meta della sua missione, entra nel tempio, lo purifica ed elimina tutto ciò che è idolo. Questa operazione non è tuttavia sufficiente, Egli decide di stare lui stesso nel tempio, per ristabilire l’ordine.

Gesù si pone nel cuore di Gerusalemme, per cambiare questo cuore.

       Ciò che Gesù fa appartiene alla dimensione del cuore dell’uomo, dobbiamo quindi considerare l’analogia tra tempio e cuore dell’uomo. Gesù insegna nel tempio ed evangelizza, con lo stesso termine che ritroviamo in Lc 1, 7-17, nell’annuncio dell’angelo a Zaccaria, nell’annuncio ai pastori (Lc 2, 10), nell’annuncio di Giovanni il Battista (Lc 3, 18): in tutti questi casi l’oggetto dell’annuncio è Gesù, Gesù è la bella novella che deve arrivare. Una volta che Gesù arriva, questo verbo viene utilizzato in maniera diversa. In Lc 4,18 viene utilizzato il passo di Isaia (61 1-2) per indicare una profezia che si realizza nell’adesso, perché è finalmente cominciato l’anno di grazia del Signore. L’oggetto della buona novella della predicazione di Gesù è il Regno di Dio. In questo brano c’è la prima ed unica volta che il Regno di Dio viene predicato nel cuore del tempio: è il compimento della missione di Gesù.

       1 …i sommi sacerdoti e gli scribi con gli anziani si avvicinarono e dissero dicendo verso di lui: «Dicci, con quale autorità fai queste cose, o chi è che ti ha dato questa autorità?». Il regno di Dio viene predicato dove è la dimora, eppure c’è qualcuno che protesta: sommisacerdoti, scribi ed anziani, coloro che intendono uccidere Gesù nel brano precedente.

È necessario fare un excursus sul termine “autorità”. Il primo a proporre autorità a Gesù è Satana in Lc 4,6  «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio»; ritroviamo l’autorità nel centurione di Lc 7,8: «Anche io infatti sono uomo sottoposto a un’autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all’uno: Va’ ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo fa»; ancora, vediamo  l’autorità dei magistrati in Lc 12,11. Questi sono esempi di autorità umane, che Gesù rifiuta totalmente. L’autorità di Gesù scaccia gli spiriti impuri, perdona i peccati, guarda l’interiorità dell’uomo, la stessa autorità successivamente è conferita ai suoi discepoli, anche loro possono scacciare spiriti impuri e perdonare i peccati. L’autorità che Gesù accetta, vive, accoglie è quella che fa riferimento al mondo invisibile. Gesù non entra a compromesso con l’autorità proposta da Satana, quella del mondo, ma quella che ha a che fare con la parte invisibile dell’uomo.

       In questo quadro, Gesù arriva nel cuore di Gerusalemme e gli chiedono da dove provenga questa autorità. Gli scribi e i farisei fanno riferimento ad un’autorità spirituale. Gesù va in un luogo in cui comandano loro e chiedono a Gesù come mai lui sia andato da loro e con quale autorità. Gesù ha veramente esercitato tutte le dimensioni dell’autorità spirituale, ha veramente scacciato i demoni e perdonato i peccati.

       3Rispondendo disse verso di loro: «Domanderò anche io una parola e ditemi: 4il battesimo di Giovanni era dal cielo o dagli uomini?». Con la sua risposta, Gesù mette in luce qual è la prospettiva di chi gli sta facendo la domanda, ciò che Gesù vuole è la trasparenza. Anche sulla croce Gesù non risponde a nessuno se non al buon ladrone, che riesce ad avere

la conversione, ed è l’unica persona con cui si può avere un dialogo. Egli sposta l’attenzione da sé a loro prendendo l’esempio di un uomo, Giovanni Battista, che aveva i segni di un uomo chiamato da Dio, oltre che essere il suo precursore.

       5Quelli discutevano tra di loro dicendo: «Se diciamo “dal cielo”, dirà: perché non gli avete creduto? 6Se diciamo “dagli uomini”, tutto il popolo ci lapiderà, convinto è infatti che Giovanni è un profeta». 7E risposero di non sapere da dove [venisse]. La risposta dei Farisei denota che non c’è ricerca della verità e della presenza del messaggio diDio, ma piuttosto ricerca di sé e del proprio tornaconto.

       7E risposero di non sapere da dove [venisse]. 8E Gesù disse loro: «Neppure io vi dico con quale autorità faccio questo». La dinamica degli scribi e dei farisei denuncia che hanno perso la dimensione della ricerca dellaverità perché stanno cercando se stessi, anche se sono persone deputate al servizio di Dio, la loro funzione è quella di rimanere al centro del tempio, ma qui cidev’essere Dio.La purificazione del tempio attuata da Gesù, dunque, riguarda coloro che lo animano, che lo portano avanti ma chevivono l’idolatria di se stessi. Gesù prende il loro posto perché hanno dimenticato la loro funzione.Non entra in dialogo con loro perché questi non sono in dialogo con Dio. Più che astuzia, quella diGesù è una parola che mette in trasparenza quello che è nascosto nel cuore dell’altro. Questo èGesù, segno di contraddizione.   Possiamo vivere la nostra vita personale a servizio di Dio, considerando che la nostra realizzazionesia quella di servire Dio, oppure scegliere di viverla a servizio dei nostri desideri.La vita la si può spendere o in un modo o nell’altro.

3.Alcune domande per riflettere

  • [La mia fede] Gesù porta l’annuncio nel Regno nel cuore del tempio di Gerusalemme e nel cuore di ogni uomo. È l’ultimo atto prima della sua morte, causata proprio da questo gesto. Quale reazione vive il mio cuore alla Parola che Gesù gli porta dentro: tenta di uccidere Gesù (dimenticare, allontanare la Parola) o pende dalle sue labbra? Esiste una via di mezzo?
  • [Gli altri] L’autorità che Gesù accetta è solo quella di Dio e riguarda la guarigione e la salvezza dei fratelli e sorelle. Quale autorità penso di avere io? In che modo la esercito nei confronti dei fratelli? E quale autorità ho nei confronti di Gesù? Come mi pongo di fronte alla sua presenza che evangelizza nella mia vita?
  • [La prassi] Le mie azioni esprimono già la mia fede o la sua assenza. Da cosa sono mosse: dalla ricerca della verità o dall’interesse ad acquisire una buona posizione nella vita? Sono a servizio della verità o di me stesso?