34) Mt 10,1-10 – 20/03/2024

1. Il testo

            1E chiamati i Dodici suoi discepoli diede loro l’autorità affinché scacciassero loro stessi gli spiriti impuri e curassero ogni malattia e debolezza. 2I nomi dei dodici apostoli sono questi: primo Simone, detto Pietro e Andrea suo fratello, e Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, 3Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, 4Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, che anche lo tradì.

            5Questi dodici Gesù mandò avendo annunciato loro dicendo: «Non andate per la strada dei gentili e nella città dei Samaritani non entrate. 6Camminate piuttosto verso le pecore, quelle perdute, della case di Israele. 7Camminando annunciate dicendo che è vicino il regno dei cieli. 8Curate gli infermi, resuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. 9Né acquistate oro, né argento né bronzo per le vostre cinture, 10né borse per la strada, né due tuniche,  né sandali, né bastone. Degno infatti [è] il lavoratore del suo nutrimento».

2. Il messaggio

La chiamata dei Dodici

      La chiamata dei Dodici in Matteo avviene solo in questo momento. Cioè in una fase abbastanza avanzata della predicazione di Gesù. In Marco i Dodici sono costituiti per stare con Gesù e poi per ricevere l’autorità. Anche in Luca la costituzione dei Dodici è all’inizio del cammino. Matteo invece la pone dopo lungo tempo, in una fase dove la straordinarietà delle azioni di Gesù è diventata cosa ordinaria. E soprattutto nel momento in cui anche questa straordinarietà non sembra più bastare.

      L’autorità che viene data loro fa parte di un piano che Dio ha stabilito dove la salvezza dell’uomo deve passare per mezzo di altri uomini. Scacciare e curare è la parte pratica. Che presuppone Insegnare e predicare.

La descrizione dei Dodici

      Si comincia con Pietro, di cui viene sottolineato che è «primo» tra essi. Poi suo fratello, i fratelli Giacomo e Giovanni, e via via tutti. In ultimo Giuda, del quale si sottolinea che lo tradì.  Si tratta di un ordine di importanza? Certamente la sottolineatura del «primo» e poi di Giacomo e Giovanni – che obiettivamente sono i più coinvolti nelle esperienze intime di Gesù – dice una certa preferenza. Essi sono – con Andrea – i primi di cui si racconta la chiamata (cf. 4,18ss).

L’invio e il primo annuncio

      Dopo la costituzione c’è l’invio. Costoro sono già «stati» con Gesù. Adesso sono mandati. Ma il loro primo annuncio va fatto alle sole pecore perdute della casa di Israele. È solo Mateo a sottolineare questo. Non è ancora il momento di una diffusione universale del messaggio che avverrà invece alla fine del vangelo con l’invio a «tutte le genti» (28,19). Il senso della progressività può essere capito in molti modi: l’inizio dalla vicinanza più prossima (geografica o relazionale). O da coloro che per primi avevano ricevuto la promessa e dunque il rispetto di una certa tempistica dell’economia divina.

Il Regno

      L’annuncio ha come cuore l’annuncio della vicinanza del Regno. Poi la cura e gli esorcismi. C’è però da chiedersi cosa significhi il regno per i discepoli. Gesù predica la vicinanza del Regno con la sua presenza. E quando i Dodici predicano il regno allontanandosi da Gesù cosa predicano? A cosa pensano? Sarà questo un argomento da discutere col Maestro al loro ritorno. Sarà questa un’esperienza necessaria per crescere. Predicare il Regno in assenza del maestro è la condizione per crescere nell’essere discepoli di Lui.

Gratuitamente

      L’ultima parte del discorso contiene un’altra indicazione propria solo di Matteo. Si tratta dell’invito alla gratuità, che insieme alla menzione delle pecore della casa di Israele, compensa l’assenza in Matteo dell’indicazioni di comunicazione del messaggio nelle case, ove l’accoglienza è la condizione per predicare. Qui le condizioni sono vicinanza e gratuità. La gratuità è il principio di ogni cosa. Del dare senza chiedere compenso – o procurarsi/portare mezzi di sussistenza. E del ricevere, certi che ognuno che lavora, riceverà il suo nutrimento. La gratuità – come dice L. Bruni – «non è il “gratis”, anzi è proprio il suo opposto, poiché la gratuità non è un prezzo pari a zero, ma un prezzo infinito, a cui si può rispondere solo con un altro atto di gratuità (o dono). Invece oggi la nostra società confonde gratuità e gratis, e per questo disprezza la prima».

Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza (Sal 145,11)

Si tratta di un Salmo di lode al Signore. Immaginando che la predicazione degli apostoli sia una lode a Dio sulla base della straordinario dono della persona di Gesù. Ancora, certamente, non be compreso. ma comunque una persona che manifesta in modo straordinario la presenza del Regno. Tutte le opere del Signore dunque dicano la sua gloria. Tutte le opere del Signore dicano Gesù! Il Salmo nel suo cuore afferma: «[10]Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. [11]Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza, [12]per manifestare agli uomini i tuoi prodigi e la splendida gloria del tuo regno. [13]Il tuo regno è regno di tutti i secoli, il tuo dominio si estende ad ogni generazione» (Sal 145,10). Il Regno di Dio è finalmente evidente. E la sua predicazione è spontanea.

Domande – 33) Mt 10,1-10

  1. [La mia fede] «Camminate piuttosto verso le pecore, quelle perdute, della case di Israele».  L’annuncio del Regno viene compiuto a partire dalla vicinanza religiosa per poi estendersi solo successivamente a chiunque. Chi sono oggi coloro che sono i vicini? Su che base li considero tali? Con quali persone posso dire di sentirmi a casa dal punto di vista della fede che professo?
  2. [Gli altri] «Annunciate dicendo che è vicino il regno dei cieli». Il cuore della predicazione dei discepoli è la vicinanza del regno. Ma c’è una differenza c’è tra questa predicazione fatta da Gesù e quella fatta dai Dodici? Ho fatto mai esperienza della predicazione del vangelo lontano dall’edificio di culto? Lontano dal sacerdote? Cosa mi porto da essa? Quale esperienza ho di più?
  3. [La prassi] «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». La gratuità è il principio di predicazione del vangelo. Essa implica totalità di dare senza calcoli. E di fatto chiede totalità di risposta. Quali azioni sono in me gratuite? Verso chi le compio?
  4. [Salmo 23,1] «Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza» (Sal 145,11). Il Sal 145 invita alla lode del Signore per l’instaurarsi del suo Regno. E lo fa augurandosi che tutte le creature lo riconoscano. In quali segni riconosco il regno di Dio nel presente? Quali sono gli inequivocabili segni rassicuranti della sua presenza pur in un mondo violento e agitato? Quali sentimenti producono in me questi segni? Quanto mi capita di trasmetterli e in che modo? Quanto rimangono soffocati dentro di me? Questo soffocamento mi aiuta o mi fa star male?