20) Mt 7,12-20 -08/11/2023

       1.   Il Testo

 «12Tutto dunque quanto voi volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Questa infatti è la legge e i profeti. 13Entrate attraverso la porta stretta. Poiché grande [è] la porta e ampia la strada che conduce alla rovina e molti sono quelli che entrano attraverso essa. 14Perché stretta [è] la porta e angusta la strada che conduce alla vita e pochi sono quelli che la trovano.

15Guardatevi dai falsi profeti, che vengono verso di voi con vesti di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. 16Dai loro frutti li riconoscerete. Forse si raccoglie uva dalle spine? O dai rovi fichi? 17Così ogni albero buono fa frutti buoni, l’albero marcio fa frutti cattivi. 18Non può un albero buono fare frutti cattivi, né un albero marcio fare frutti buoni. 19Ogni albero che non fa frutti buoni è tagliato e gettato nel fuoco. 20Dunque, dai loro frutti li riconoscerete».

      2.   Messaggio

                12Tutto dunque quanto voi volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Questa infatti è la legge e i profeti. Giustizia superiore è  l’amore che supera gli steccati.Anche Luca utilizza questa frase nel cap. 6,31 : “Ciò che volete gli uomini facciano a voi anche voi fatelo a loro”,  anche se è agganciata al comandamento dell’amore: 32. “e se amate quelli che vi amano che merito ne avrete?”.L’evangelista Matteo lega la questione della giustizia e dell’amore alla legge e i profeti cioè tutta la Scrittura si legge con il precetto dell’amore e ciò consiste in un’inversione o capovolgimento della legge del desiderio:  quando desideriamo una cosa e vogliamo che questa cosa arrivi a noi, Gesù ci dice:“ la vuoi?  dalla agli altri”. Questo è il senso profondo di tutto : “quello che voi volete che gli altri diano a voi,  voi datelo a loro”. Questa è la legge dell’amore cioè quello di cui noi dovremmo vivere.

                Allo stesso modo riflettiamo sul comandamento dell’amore: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Ossia se vuoi qualcosa ama, donati totalmente. Non esiste nessuna possibilità di innescare un procedimento di amore se non dandolo…Invece siamo spesso tentati di fare esattamente il contrario. Questo rivela che il comandamento dell’amore funziona al contrario rispetto al nostro modo ordinario di agire. O che noi abbiamo funzionamenti che agisconi al contrario rispetto ad esso. Il comandamento primo dell’amore di Dio ha lo stesso funzionamento.

                13Entrate attraverso la porta stretta. Poiché grande [è] la porta e ampia la strada che conduce alla rovina e molti sono quelli che entrano attraverso essa. 14Perché stretta [è] la porta e angusta la strada che conduce alla vita e pochi sono quelli che la trovano. Quanto detto viene innestato sul discorso della porta stretta.  E’ vero che la porta stretta è la porta di Gerusalemme, quando di notte,  per proteggere le città,  si chiudevano tutte le porte e se ne lasciava una aperta che era la più facile da difendere ma anche la più stretta. Gesù inserisce in questo contesto il discorso della porta stretta perché il fare agli altri quello che ci piacerebbe ricevere dagli altri ha inevitabilmente a che fare con una difficoltà. Per capire il tipo di difficoltà, ancora una volta, si può fare riferimento all’evangelista Luca 13,24 , in cui Gesù dice: “combatteteper entrare per la porta stretta perché molti, vi dico,  cercheranno di entrare e non avranno la forza”. Da notare che nella frase del Vangelo di Matteo il “combattimento” non compare.

            Oltre alla porta, Matteo aggiunge anche la notazione della strada che conduce alla porta larga e della strada che conduce alla porta stretta. Nel discorso di Matteo si pone davanti a noi la duplicità di una scelta tra la porta stretta o la porta larga, la via stretta o la via larga. È importante notare che la via stretta che conduce alla porta stretta non è qualcosa che appartiene alla conoscenza comune ma bisogna trovarla e molti percorrono una via che porta non in quel luogo. L’elemento aggiuntivo di Matteo fa comprendere che, forse, per arrivare alla porta stretta bisogna fare un percorso che non è così affollato, oggi diremmo che bisogna andare controtendenza, perché non è detto che i luoghi che sono i più frequentati sono i luoghi dove c’è la verità delle cose. In questa dinamica rientra anche la fiducia in colui che parla.

                15Guardatevi dai falsi profeti, che vengono verso di voi con vesti di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. 16Dai loro frutti li riconoscerete. Forse si raccoglie uva dalle spine? O dai rovi fichi? Con queste premesse si può capire meglio anche l’ultima parte di questo brano del Vangelo di Matteo. La figura profetica è di riferimento per un cammino verso Dio ed è proprio in questa connotazione che Gesù avverte di fare attenzione a quelli che indicano le strade. Gesù dice di guardarci dai profeti che sono falsi i quali vengono a noi in vesti di pecore ma dentro sono Lupi rapaci.

                17Così ogni albero buono fa frutti buoni, l’albero marcio fa frutti cattivi. 18Non può un albero buono fare frutti cattivi, né un albero marcio fare frutti buoni. Ora,Gesù guarda l’interiorità noi no, quindi noi non sappiamo che cosa c’è nell’intenzione dell’altro per cui il falso profeta va riconosciuto guardando i frutti. I frutti sono le azioni e l’evangelista Luca ci aiuta, ancora, a capire meglio in merito ai falsi profeti,  ragionando sulla famosa questione della pagliuzza e della trave ( Lc. 6, 17-49). Luca parla di parole,  Matteo parla di fatti.

                19Ogni albero che non fa frutti buoni è tagliato e gettato nel fuoco. 20Dunque, dai loro frutti li riconoscerete.

All’interno di questo concetto il Signore ci parla anche degli esiti dei nostri comportamenti. Tutto questo ha a che fare, indubbiamente, con la vita degli uomini e quanto la nostra vita, le nostre azioni trasmettono il Vangelo,  quanto siamo alberi buoni, laddove vi è il rischio di considerare le persone tutte buone o tutte cattive, ci pensa Gesù. Noi non possiamo distinguere gli uomini buoni da quelli cattivi, solo Gesù può farlo.  A noi è dato capire, dai soli frutti,  e ci possiamo fidare o no… ma il giudizio lo lasciamo a Gesù .

           3.   Alcune domande per riflettere

1.  [La mia fede] «Tutto dunque quanto voi volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro». Gesù lega il comandamento dell’amore – senso di tutte le Scritture – al fare agli altri ciò che si vorrebbe fatto  a sé. Al donare ciò che si vorrebbe ricevere. Capovolgendo così la logica del desiderio che sembrerebbe      essere legata al ricevere. E se il nostro desiderio si completasse donando ciò che vorremmo ricevere? Quanto è lontana questa logica dal mio agire? Quanto provo a fare questo esperimento? Quali le situazioni che la necessitano?

2.  [La prassi] «Entrate attraverso la porta stretta». La sottolineatura è che la porta/via stretta è attraversata da  pochi mentre quella larga da molti. La discriminante è che pochi la «trovano». Il che implica il fatto che si  tratta di qualcosa che non è visibile ai più. Non ha a che fare con la massa. Ma per trovarla bisogna accettare  un cammino anche solitario. Un cammino non conforme alle moltitudini. E dunque anche contro-corrente.  Quanto sono disposto a cercare questa via/porta anche in solitudine? Quanto mi spaventa rimanere solo?   Quanto la verità della vita vale più delle compagnie?

3.  [Gli altri] «Dai loro frutti li riconoscerete». il criterio di riconoscimento della guida della comunità è quello dei frutti, dalle azioni. Il vero profeta sarà colui che sarà in grado di mettere in pratica quella giustizia  superiore. Colui che darà agli altri ciò che desidererebbe ricevere. Colui che percorre per primo la porta  stretta. Quanto il mio comportamento dice il vangelo? Quanto riesce a trasmettere la bellezza e la verità della vita? Quanta vita (in senso evangelico) c’è in me?

4.  [La mia offerta] «Questa infatti è la legge e i profeti». Ascoltare la Parola di Gesù non è prima di tutto uno sforzo di morale, di comportamento. È piuttosto espressione della mia relazione con Lui. Quanto nelle mie azioni e parole provo a dare a Gesù quello che vorrei chiederGli? Di cosa penso Egli abbia bisogno? Quanto  mi vedo importante ai Suoi occhi?