92) Lc 20-27-47 – 29/06/2022

  1. Il testo

       27Avvicinatisi alcuni dei Sadducei, che contraddicono che ci sia risurrezione, gli chiesero 28dicendo: «Maestro, Mosè ci ha scritto [che] se un fratello che ha una donna muore, e costui non ha figli, allora il fratello di lui accolga la donna e dia una discendenza al suo fratello. 29C’erano dunque sette fratelli. E il primo presa la donna morì senza figli. 30E il secondo 31 e il terzo la prese, allo stesso modo [tutti] i sette la presero e morirono. 32Infine anche la donna morì. 33La donna, dunque, nella risurrezione, di chi di essi sarà donna? I sette infatti l’hanno avuta come donna». 34E disse loro Gesù: «I figli di questo secolo sposano e sono sposati, 35quelli che sono considerati degni di raggiungere quel secolo e la risurrezione dai morti né si sposano, né sono sposati. 36Nemmeno infatti possono morire, infatti sono come gli angeli e sono figli di Dio essendo figli della risurrezione. 37Che i morti risorgono anche Mosè lo ha reso noto sul roveto come dice: il Signore Dio di Abramo e Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38 Dio non é dei morti, ma dei viventi. Tutti infatti per lui vivono».

       39Rispondendo alcuni degli scribi dissero: «Maestro hai detto bene». 40Non più infatti osavano dirgli niente». 41Disse verso loro: «Come dicono che il Cristo è figlio di Davide? 42Di lui infatti Davide dice nel libro dei Salmi: disse il Signore al mio Signore, siedi dalla mia destra. 43fino a che ponga i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi. 44Davide dunque chiama lui signore, e come è suo figlio?».

       45Mentre tutto il popolo ascoltava disse ai suoi discepoli: «46Guardatevi dagli scribi che vogliono passeggiare in vesti [religiose] e amano saluti nelle piazze e prime cattedre nelle sinagoghe e primi posti nelle cene. 47Essi divorano le case delle vedove e in apparenza pregano a lungo. Costoro riceveranno un giudizio più severo».

  • Il messaggio

Il discorso di Gesù comprende tre parti: la prima parte verso i sadducei, la seconda verso gli scribi, la terza verso la folla. Entrambi le figure, i sadducei e gli scribi, vengono in qualche modo a contatto con Gesù rispetto a un argomento, le Scritture. Gesù, quindi, sta parlando delle Scritture e di due atteggiamenti che non riescono a cogliere il senso profondo delle Scritture.

27Avvicinatisi alcuni dei Sadducei, che contraddicono che ci sia risurrezione, gli chiesero 28dicendo: «Maestro, Mosè ci ha scritto [che] se un fratello che ha una donna muore, e costui non ha figli, allora il fratello di lui accolga la donna e dia una discendenza al suo fratello. 29C’erano dunque sette fratelli. E il primo presa la donna morì senza figli. 30E il secondo 31 e il terzo la prese, allo stesso modo [tutti] i sette la presero e morirono. 32Infine anche la donna morì. 33La donna, dunque, nella risurrezione, di chi di essi sarà donna? I sette infatti l’hanno avuta come donna». Il primo argomento viene dai Sadducei che non credono che ci sia risurrezione. Essi hanno una comprensione molto letterale delle Scritture. Nei primi cinque libri della Scrittura (il Pentateuco costituito da Genesi, Esodo, Levitico, Deuteronomio e Numeri) non compare la parola risurrezione, essi pertanto non ci credono. Scelgono dunque di addure l’esempio classico di una legge di Mosè, la legge del levirato. La legge dice che se una donna non dà figli al marito, e se il marito muore prima, il fratello del marito si può prenderla in moglie. Essi portano all’esasperazione una tale situazione postulando un prolungamento della condizione attuale presente, riportata nel futuro che è la risurrezione, per dimostrare che quel futuro, la resurrezione, è incompatibile con la legge di Mosè.

       34E disse loro Gesù: «I figli di questo secolo sposano e sono sposati, 35quelli che sono considerati degni di raggiungere quel secolo e la risurrezione dai morti né si sposano, né sono sposati. 36Nemmeno infatti possono morire, infatti sono come gli angeli e sono figli di Dio essendo figli della risurrezione. 37Che i morti risorgono anche Mosè lo ha reso noto sul roveto come dice: il Signore Dio di Abramo e Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38 Dio non é dei morti, ma dei viventi. Tutti infatti per lui vivono». Nel rispondere, Gesù distingue questo secolo dal secolo futuro, questo tempo dal tempo futuro, questo mondo dal mondo futuro. Nel mondo futuro la dimensione del matrimonio non c’è. Gesù afferma che nel futuro, nel secolo futuro, la pienezza della relazione non sarà legata ad una condizione speciale con un dato soggetto, ma sarà una condizione di tutti. L’esempio della vita di Gesù è emblematico.

Ancora più interessante da parte di Gesù è l’affermazione che Dio è Dio dei vivi, non dei morti. Quindi Abramo, Isacco e Giacobbe non sono morti, sono viventi in Dio. Il Dio dei viventi che Gesù ha nel cuore non lo legge, scritto con come una esegesi sul libro, ma lo porta dentro. La Parola di Dio va letta e alla luce di quanto il nostro cuore entra in relazione con Dio, essa cresce. San Gregorio Magno affermava che «Scriptura crescit cum legente». La Scrittura, la comprensione della Scrittura cresce con colui che la legge. Perché è colui che la legge e il cuore di chi legge la Scrittura che si dilata e accoglie Dio. Ciascuno vive per arrivare a una pienezza. La pienezza della vita è Dio. La pienezza della felicità è Dio. La pienezza della gioia è Dio. Il termine di tutte le nostre gioie è Dio. Questo è il Dio di Gesù. Non è il Dio dei morti, ma il Dio dei vivi. Ma questo è qualcosa che parte dal cuore. Il cuore chiuso a prova di Dio sarà un martello. Se il cuore è aperto, la Parola di Dio sarà miele. Il martello serve ad aprire un cuore chiuso, il miele serve a lenire, a nutrire un cuore che si fa aperto. Tutto sta a noi.

       39Rispondendo alcuni degli scribi dissero: «Maestro hai detto bene». 40Non più infatti osavano dirgli niente». 41Disse verso loro: «Come dicono che il Cristo è figlio di Davide? 42Di lui infatti Davide dice nel libro dei Salmi: disse il Signore al mio Signore, siedi dalla mia destra. 43fino a che ponga i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi. 44Davide dunque chiama lui signore, e come è suo figlio?». Dopo aver zittito i Sadducei, si fanno avanti esultanti gli Scribi, ma Gesù si rivolge verso di loro, mostrando che neanche loro hanno capito la Parola. Con il riferimento a Davie, Gesù sta parlando di quella pietra che, scartata dai costruttori, è diventata testata d’angolo. Gli scribi non riconoscono le Scritture e non riconoscono Gesù ed Egli spiega il perché.  

       45Mentre tutto il popolo ascoltava disse ai suoi discepoli: «46Guardatevi dagli scribi che vogliono passeggiare in vesti [religiose] e amano saluti nelle piazze e prime cattedre nelle sinagoghe e primi posti nelle cene. 47Essi divorano le case delle vedove e in apparenza pregano a lungo. Costoro riceveranno un giudizio più severo. Essi si vogliono mostrare, desiderano l’applauso, desiderano la riconoscenza da parte degli altri. In apparenza pregano a lungo, la preghiera è una strumentalizzazione. Per loro, il rapporto con Dio non esiste, perché quello che dovrebbe essere il cuore del rapporto con Dio, cioè la preghiera, è utilizzata strumentalmente per ricevere approvazione. Essi non capiscono le Scritture perché non sono interessati alle Scritture. Mentre Sadducei non capiscono le Scritture perché il cuore è chiuso. Hanno un cuore arido, non le leggono con il cuore aperto, ma solo con l’intelligenza. Gli Scribi invece non capiscono la Parola perché cercano gli uomini, l’approvazione, e non Dio.

  • Alcune domande per riflettere
  • [La mia fede] A differenza dei Sadducei Gesù vede Dio come vita. Cioè come punto di arrivo – completamento, realizzazione, meta – della vita di ciascuno. Se dovessi dire/descrivere chi è Dio per me cosa direi? Cosa il mio cuore cerca nella parola di Dio?
  • [Gli altri] Il regno dei cieli non prevede legami matrimoniali: in esso l’amore circolerà nelle relazioni senza bisogno di vincoli. Quanto le mie relazioni sono connotate da possessività e gelosia? Quanto riescono ad essere libere?
  • [La prassi] L’atteggiamento degli scribi tende a strumentalizzare la preghiera per raggiungere consensi. E per questo essi non comprendono i misteri della parola di Dio. Quale atteggiamento personale penso che mi precluda una piena conoscenza della Parola?