1. Mt 3,1-12 – 19/04/2023
  1. Il testo

1In quei giorni venne Giovanni il Battista annunciando nel deserto della Giudea 2e dicendo: «Convertitevi, vicino [è] infatti il Regno di Dio». 3Questo è, infatti, il detto per mezzo di Isaia profeta che dice: «Voce che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, diritti fate i suoi sentieri». 4Lo stesso Giovanni aveva il suo vestito [fatto] da peli di cammello e una cintura di pelle attorno al suo fianco, e cibo era a lui cavallette e miele non di campo. 5Allora si recava verso di lui Gerusalemme e tutta la Giudea e ogni regione intorno al Giordano, 6ed erano battezzati nel fiume Giordano da lui, confessando i loro peccati.7Vedendo molti dei Farisei e dei Sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Generazione di vipere, chi vi ha mostrato di fuggire dall’ira imminente? Fate dunque un frutto degno di conversione, 9e non crediate di dire tra voi abbiamo come padre Abramo. Dico infatti a voi che Dio può da queste pietre far sorgere figli di Abramo. 10Già l’ascia giace verso la radice degli alberi. Ogni albero che dunque non fa buon frutto sarà tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo in acqua per la conversione, colui che viene dietro di me è più forte di me, al quale non sono degno di sciogliere i sandali. Egli vi battezzerà in spirito santo e fuoco. 12Nella sua mano è il ventilabro e purificherà la sua aia e condurrà il grano nel suo deposito, mentre la paglia brucerà nel fuoco inestinguibile». 

  • Il messaggio

L’elemento di continuità che si individua con il brano precedente consiste nella profezia: questo fa parte dello stile di Matteo, associare a tutte le cose che accadono la profezia e il compimento di essa. Luca, invece, contestualizza nella storia del tempo.

«Convertitevi, vicino [è] infatti il Regno di Dio» ricorda quella che ha pronunciato Gesù, ma vi è una differenza. Nel vangelo di Marco (1,14-15«il tempo è compiuto, il regno è vicino, convertitevi e credete al vangelo»), quando Gesù parla di regno vicino,sembra intendere dal punto di vista spaziale oltre che temporale; nel caso di Giovanni il senso è piuttosto temporale. La predicazione del Battista ha al centro la conversione, la metanoia, parla di un regno che va preparato facendo dritte le vie del Signore, parla di una prossimità dello spazio, di un Signore che sta arrivando perché le strade devono essere raddrizzate.

4Lo stesso Giovanni aveva il suo vestito [fatto] da peli di cammello e una cintura di pelle attorno al suo fianco, e cibo era a lui cavallette e miele non di campo. Vengono aggiunti dei dettagli per quanto riguarda l’abbigliamento del Battista, che richiama all’essenzialità. Giovanni infatti non ha niente di superfluo, l’unica cosa che bisogna ricordare è la sua predicazione. Ciò che è determinante è che quando la Parola viene messa al centro, essa attira, la gente va nel deserto per ascoltare la Parola. Il deserto è essenzialità che non può essere fine a se stessa, la povertà serve per mettere in evidenza la Parola. Giovanni è l’uomo che per eccellenza mette al centro la parola che sprona alla conversione.   

Il vestire in questo modo, il mangiare locuste e miele non di campo non serve ad altro che a questo. Il riferimento al miele non di campo, fa riferimento al fatto che non è coltivato. È la centralità della parola che fa tutto.

5Allora si recava verso di lui Gerusalemme e tutta la Giudea e ogni regione intorno al Giordano, 6ed erano battezzati nel fiume Giordano da lui, confessando i loro peccati. Nel brano si individuano due momenti che sono importanti: il primo è la predicazione di conversione, il secondo è il raddrizzamento dei sentieri. Il secondo momento è caratterizzato da un’azione, il battezzare per la conversione, per riconoscere i propri peccati.

La gente va da lui, ma Giovanni rimprovera due categorie, sadducei e farisei, perché la loro disposizione non è quella di confessare i peccati. Fate dunque un frutto degno di conversione, 9e non crediate di dire tra voi abbiamo come padre Abramo. Dico infatti a voi che Dio può da queste pietre far sorgere figli di Abramo. La figliolanza di Abramo non deriva da una discendenza fisica, ma può derivare anche dalle pietre, l’annuncio è che i gentili potranno diventare figli di Abramo ma non per discendenza. Giovanni intende dunque un cambiamento di pensiero che da solo non basta perché è necessario produrre frutti, azioni che traducano in atto il cambiamento di pensiero. Quali azioni traducono la conversione? Non basta convertirsi senza fare nulla. Ciò che Giovanni sta dicendo loro non riguarda la misericordia di Dio, ma i frutti di conversione, ovvero il tradurre in atto con delle azioni. Cosa produce in noi il fatto di aver cambiato idea? La nostra vita rimane uguale?

10Già l’ascia giace verso la radice degli alberi. Ogni albero che dunque non fa buon frutto sarà tagliato e gettato nel fuoco. Ma il vero annuncio, è quello del Signore che è vicino, dopo Giovanni arriva Gesù, che è più forte di lui e a cui il Battista non è degno di sciogliere i sandali.

11Io vi battezzo in acqua per la conversione, colui che viene dietro di me è più forte di me, al quale non sono degno di sciogliere i sandali. Giovanni dice di non esser degno e Gesù poi lo farà ai discepoli.

Egli vi battezzerà in spirito santo e fuoco. Il battesimo in Spirito serve a formare la Chiesa, mentre quello in fuoco, ricorda l’ascia del v. 10 perché 12Nella sua mano è il ventilabro e purificherà la sua aia e condurrà il grano nel suo deposito, mentre la paglia brucerà nel fuoco inestinguibile». 

Questo fuoco è legato a coloro che non fanno frutti di conversione, mentre adesso riguarda la valutazione che spetta a Gesù, che non solo battezza in Spirito Santo ma ha un’altra prerogativa, quella del giudizio, distinguere i buoni dai cattivi. Gesù è una persona che tutti aspettano, ma per incontrarla bisogna prepararsi, ed è questo che fa Giovanni. La preparazione di Giovanni serve ad introdurre all’accoglienza del Signore che viene.

  • Alcune domane per riflettere
  • [La mia fede] La predicazione di Giovanni Battista che chiede di «raddrizzare» le vie del Signore ovvero «cambiare pensiero» (metanoiein)… si concretizza nel battesimo di confessione dei peccati. ho mai pensato che preparare la via a Gesù cominci con il dispormi a capire ciò che nella mia vita offende Dio? ho mai pensato che il vero ostacolo all’ingresso di Dio nella ma vita non sia il peccato, bensì l’ostinazione a non ammetterlo? a non mettermi in discussione? Quali sono i punti della mia vita sui quali mi sento più lontano da Dio?
  • [Gli altri] La predicazione di Giovanni denuncia la pretesa di alcuni di essere superiori ad altri per discendenza. Essi non si sentono coinvolti nella predicazione penitenziale del Battista. Quanto vedo da spettatore i fratelli che vivono la fede? quanto mi sento coinvolto con loro? quanto i loro problemi sono anche i miei? E quanto i miei sono i loro? quali sono i primi e quali i secondi? c’è comunione?
  • [La prassi] Farisei e Sadducei si accostano al battesimo di Giovanni con sufficienza. Qualche volta posso accostarmi a un rito senza viverlo a pieno. Posso accostarmi al sacramento di riconciliazione per abitudine, o perché è prassi comune. Riesco a vivere la riconciliazione come un atto vero? Riconoscendo le offese che reco al Signore?
  • [La mia offerta] Giovanni chiede di fare frutti degni di conversione. Sono essi a decretare la salvezza o il fuoco eterno. Cioè di compiere azioni che si sforzino di tradurre la metanoia avvenuta. Quali sono i punti sui quali la Parola di Dio mi chiama a cambiare? Quali azioni potrebbero tradurre concretamente il proposito di cambiamento?