34) Lc 7, 36-50  08/11/2020

1. Il testo 

               36Gli chiedeva uno dei farisei di mangiare con lui, ed entrato in casa del fariseo sedette. 37Ed ecco una donna, che era peccatrice nella città, e conosciuto che [Gesù] sedeva nella casa del fariseo, avendo portato un [vasetto di] alabastro [pieno] di olio, 38ed essendosi messa dietro presso i suoi piedi a piangere, con le lacrime cominciò a bagnare i suoi piedi e con i capelli del suo capo asciugava e baciava i suoi piedi e [li] ungeva di profumo. 39Avendo visto il fariseo che lo aveva chiamato, disse tra sé dicendo: «Se costui fosse un profeta, conoscerebbe chi e quale tipo di donna è colei che lo tocca: una peccatrice». 40E rispondendo Gesù disse verso di lui: «Simone, ho per te una cosa da dire». Quello rispose: «Maestro dici». 41«[C’]erano due debitori verso un creditore. Il primo doveva cinquecento denari, il secondo cinquanta. 42Non avendo essi da restituire [egli] fece grazia a entrambi. Chi dunque dei due lo amerà di più?». 43Rispondendo Simone disse: «Suppongo: colui al quale ha fatto maggiore grazia». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene», 44e, voltatosi verso la donna, disse a Simone: «Guarda questa donna. Sono entrato nella tua casa: non mi hai dato acqua per i piedi, lei invece ha bagnato i miei piedi con le lacrime e con i suoi capelli li ha asciugati. 45Non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciare i miei piedi. 46Non hai unto con olio la mia testa, lei con profumo ha unto i miei piedi. 47Per questo ti dico: sono rimessi i suoi peccati, [che sono] molti, poiché ha amato molto. A colui il quale si perdona poco, poco ama». 48Disse allora a lei: «Sono perdonati i tuoi peccati». 49E cominciarono i commensali a dire tra loro: «Chi è costui che perdona i peccati?». 50Disse verso la donna: «La tua fede ti ha salvato. Vai in pace».

2. Il messaggio

               Il brano si divide in tre parti: il racconto; la risposta di Gesù a Simone; la risposta di Gesù alla donna.

                36Gli chiedeva uno dei farisei di mangiare con lui, ed entrato in casa del fariseo sedette. 37Ed ecco una donna, che era peccatrice nella città, e conosciuto che [Gesù] sedeva nella casa del fariseo, avendo portato un [vasetto di] alabastro [pieno] di olio, 38ed essendosi messa dietro presso i suoi piedi a piangere, con le lacrime cominciò a bagnare i suoi piedi e con i capelli del suo capo asciugava e baciava i suoi piedi e [li] ungeva di profumo. 39Avendo visto il fariseo che lo aveva chiamato, disse tra sé dicendo: «Se costui fosse un profeta, conoscerebbe chi e quale tipo di donna è colei che lo tocca: una peccatrice». Nella prima parte, l’invito di Gesù da parte di un fariseo è l’occasione per degli incontri. Gesù, letteralmente «giace» (keitai), si siede a tavola. Ci viene solo raccontato che quando Gesù sta a tavola, una donna peccatrice pubblica della città, conosciuto che Gesù sedeva nella casa del fariseo e che stava  mangiando lì, si reca dove è Gesù e comincia a bagnare, asciugare e baciare i Suoi piedi. La parola “piedi” ricorre più volte (tre volte prima e quattro volte dopo) nel brano perché è una delle chiavi di lettura di quello che la donna sta facendo.

                Inoltre, ci viene detto che questa donna si mette dietro Gesù e la sua preoccupazione è quella di bagnare,  asciugare, profumare i piedi di Gesù. Che significato hanno le azioni della donna? Lo «stare dietro» è un voler stare a distanza, una forma di umiltà, riconoscenza nei confronti di Gesù. Sappiamo inoltre che questa donna piange, esprime la sua fatica, il suo dolore in un pianto, il cui significato non si riesce ancora a decodificare nella prima parte del brano.

               Il fariseo pensa tra sé e sé che se Gesù fosse un profeta saprebbe che tipo di donna è colei che lo tocca, riprendendo l’idea che se un peccatore tocca un uomo, quell’uomo stesso diventa impuro (esattamente come nell’incontro con i lebbroso). Quindi, il fariseo arriva a concludere che Gesù non sia un profeta altrimenti non si sarebbe mai lasciato toccare da quella donna impura.

               40E rispondendo Gesù disse verso di lui: «Simone, ho per te una cosa da dire». Quello rispose: «Maestro dici». 41«[C’]erano due debitori verso un creditore. Il primo doveva cinquecento denari, il secondo cinquanta. 42Non avendo essi da restituire [egli] fece grazia a entrambi. Chi dunque dei due lo amerà di più?».  Nella seconda parte del brano, Gesù si rivolge a lui, dandogli un insegnamento. In ordine, troviamo il riconoscimento di un’ indigenza, una grazia, e la reazione dei creditori. La domanda «Infatti, chi dei due lo amerà di più?» (v.42) implica il fatto che l’amore è una forma di riconoscenza del debitore nei confronti del creditore, che gli ha condonato il debito. La parabola di Gesù serve per spiegare che è la grazia del creditore che produce un amore che ha la forma della riconoscenza. Questo svela indirettamente la motivazione del comportamento della donna, che attesta questa esperienza.

               44e, voltatosi verso la donna, disse a Simone: «Guarda questa donna. Sono entrato nella tua casa: non mi hai dato acqua per i piedi, lei invece ha bagnato i miei piedi con le lacrime e con i suoi capelli li ha asciugati. 45Non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciare i miei piedi. 46Non hai unto con olio la mia testa, lei con profumo ha unto i miei piedi. La seconda parte del brano – la spiegazione della parabola – sembra avere come soggetto il fariseo invitante. Gesù poi si volta verso la donna parlando sempre a Simone per fare dei paragoni. Egli una serie di osservazioni di quello che Simone avrebbe potuto fare e che non ha fatto a differenza della donna. Questa donna, tutto ciò che ha fatto, lo ha fatto unicamente nei confronti dei piedi di Gesù, manifestando tutta quell’attenzione che invece Simone non ha avuto nei confronti di Gesù.

               Dopodiché, Gesù dice sempre a Simone (e non alla donna) che le sono rimessi i suoi peccati. Questo cambia la posizione della stessa che adesso è una peccatrice perdonata, il cui rapporto nei confronti di Gesù è connotato da grande amore. Cosa che non sembra invece essere il caso di Simone. Per spiegare questo Gesù continua: 47Per questo ti dico: sono rimessi i suoi peccati, [che sono] molti, poiché ha amato molto. A colui il quale si perdona poco, poco ama». Questo è il punto su cui riflettere: mentre nel racconto precedente l’amore è frutto del condono del debito adesso sembrerebbe essere il contrario: è perché lei ha molto amato che le sono rimessi i peccati.

               Il significato di quello che Gesù vuole dire a Simone è che anche se i suoi peccati sono pochi e non ha molto per cui farsi perdonare, lui ama poco. In altre parole, Gesù sta dicendo a Simone che a chi ha poco amore, viene perdonato poco. C’è indubbiamente una relazione tra la dimensione del perdono e dell’amore. La risposta di Gesù a Simone è che certamente la donna è una peccatrice, perché ha commesso molti peccati, ma a ragione del fatto che ha anche amato molto, le è stato anche perdonato molto. La domanda implicita che Gesù intende porre a Simone e quindi il suo insegnamento è la seguente: «E tu, rispetto alla donna cosa hai fatto?». In relazione al perdono, poco amore produce peccato, e molto amore produce il perdono dei peccati.

                 Nella terza parte del brano invece, Gesù si rivolge direttamente alla donna e le dice che le sono stati rimessi i suoi peccati e le dice esplicitamente che la sua fede l’ha salvata: 48Disse allora a lei: «Sono perdonati i tuoi peccati». 49E cominciarono i commensali a dire tra loro: «Chi è costui che perdona i peccati?». 50Disse verso la donna: «La tua fede ti ha salvato. Vai in pace». Quest’ultima frase rappresenta la chiave del brano. L’unica cosa che la peccatrice ha compiuto sono le azioni ai piedi di Gesù. Secondo Gesù queste azioni sono frutto della fede della donna. Questa donna si è avvicinata a Gesù, l’ha bagnato con le lacrime, asciugato e profumato come frutto del suo amore nei confronti di Gesù.

               Il motivo per cui la donna piange è che ha un grande bisogno di essere purificata dai suoi peccati. Il suo pianto è espressione di purificazione dei suoi peccati. Cosa viene prima, il desiderio di Dio di perdonarci o la nostra richiesta di essere perdonati? Ovvero: viene prima l’amore di Dio verso di noi o l’amore nostro nei confronti di Dio? L’amore di Dio precede sempre l’amore dell’uomo. Questo significa che questa donna è stata perdonata non perché abbia primariamente compiuto queste azioni nei confronti di Gesù, ma perché queste azioni erano già espressione della sua fede. Le sue azioni sono una richiesta certa del perdono dei suoi peccati a Gesù. E difatti, questa richiesta fatta con fede a Gesù, produce da parte di Gesù il perdono dei suoi peccati.

                La fede di questa donna consiste nel fatto di essere sicura di essere stata perdonata da Gesù, è riconoscente verso Gesù. Altrimenti, se così non fosse, non avrebbe senso il racconto di Gesù al fariseo, in cui si parla della  riconoscenza di questa donna nei suoi confronti, che invece lui non ha avuto.

               In conclusione, nel brano non ci viene raccontato un movimento di pentimento (che sembra precedere il racconto) ma solo un’azione di amore e ringraziamento nei confronti di Gesù. La fede è un rapporto che ci permette di dire di avere fiducia – certezza – che Gesù ci vuole bene e che ci perdona. In sintesi, in questo brano la fede è rappresentata dalla richiesta certa di un condono dei peccati.

3. Le risonanze personali

                vv. 36-50 Dopo la lettura di questo brano mi sono chiesta se la fede si dimostra con l’amore . Infatti partendo dalla fine del brano dove Gesù dice “la tua fede ti ha salvato” ho riletto il brano chiedendomi come la donna ha dimostrato di avere fede . L’unica risposta che il brano stesso mi ha suggerito è stata amando Gesù e amandolo con umiltà . Partendo da questa idea che l’amore è il modo di dimostrare la nostra fede e di essere salvati ho confrontato i diversi comportamenti del fariseo e della donna rispetto alla presenza di Gesù .

               Questi due personaggi mostrano due aspetti del peccato . Il fariseo è agli occhi della comunità un giusto , ma vive il peccato nei suoi pensieri , mentre la donna è riconosciuta pubblicamente come una peccatrice nelle sue azioni , ma, nonostante questo, è capace di amare .

               Il fariseo, attento ai precetti, nonostante la presenza di Gesù non supera le sue convinzioni e non si concentra su quello che può fare lui alla sua presenza, ma giudica quello che fa la donna . Lui chiede a Gesù di stare con lui , ma poi la sua fede vacilla alla presenza della donna e si fa sempre più strada il dubbio .

               La donna invece, consapevole della sua condizione si prostra ai piedi di Gesù non chiede nulla, ma agisce e questo mi ha fatto pensare a qual è il mio modo di comportarmi di fronte la misericordia di Dio nei miei riguardi , se sono in grado di riconoscere i doni che ricevo e mi metto al servizio .

               Spesso succede che ci concentriamo sui comportamenti altrui che non condividiamo e perdiamo di vista quello che possiamo fare in termini di amore ovvero di essere testimoni del suo amore dando una testimonianza contraria .

               Rispetto alla considerazione che è il desiderio di ringraziare Gesù per essere stata perdonata a spingere la donna a prostrarsi ai suoi piedi credo che questo si avvicini al desiderio che proviamo di vivere la confessione e ricomporre il nostro rapporto con Dio dopo l’esperienza del peccato .

               Non sono in grado di dire se nella mia esperienza il desiderio di riconciliazione nasce dalla consapevolezza di essere già stata perdonata dal Signore nelle mie debolezze ed è vissuto come ringraziamento, ma mi sembra quello della donna un movimento interiore molto simile. C’è sicuramente la consapevolezza di essermi allontanata dal Signore e di voler nuovamente vivere la comunione con Lui .

               vv. 36-50 La donna peccatrice cerca Gesù e si “mette dietro”, ha deciso di seguire il Maestro. Mi colpiscono tutte le azioni che compie che mi ricordano la lavanda dei piedi: piangere, bagnare, asciugare, baciare e ungere. 

               Il fariseo si limita a “vedere” la donna con giudizio e superficialità, Gesù chiamandolo per nome lo invita a “guardare” la donna, ad andare oltre, ad avere il Suo sguardo. 

               La donna riconosce i suoi peccati, grazie alla sua fede che la salva. Mi colpisce l’espressione”amare molto” come conseguenza della remissione dei peccati. 

               Ma ciò che mi sta risuonando dopo la lectio sono queste parole: la sua fede è la certezza di essere perdonata da Gesù.